Casa » Arte e intrattenimento » Humour » Quando George Carlin creò il suo pezzo "Sette parole che non si possono mai dire in televisione", la FCC non aveva l'autorità legale per vietare le parolacce dalle vie aeree pubbliche. Quel pezzo, trasmesso senza censure da una stazione radio di New York, ha portato a ottenere quell'autorità.

Quando George Carlin creò il suo pezzo "Sette parole che non si possono mai dire in televisione", la FCC non aveva l'autorità legale per vietare le parolacce dalle vie aeree pubbliche. Quel pezzo, trasmesso senza censure da una stazione radio di New York, ha portato a ottenere quell'autorità.

Sette parolacce

Un poster in una cabina di trasmissione WBAI che mette in guardia le emittenti radiofoniche dall'usare le parole

Le sette parolacce sono sette parolacce in lingua inglese che il comico americano George Carlin ha elencato per la prima volta nel suo monologo del 1972 "Seven Words You Can Never Say on Television". Le parole, nell'ordine in cui Carlin le ha elencate, sono "merda", "piscio", "cazzo", "fica", "succhiacazzi", "figlio di puttana" e "tette".

A quel tempo, le parole erano considerate altamente inadeguate e inadatte per essere trasmesse dalle onde radio pubbliche negli Stati Uniti, sia radiofoniche che televisive. In quanto tali, sono stati evitati in materiale copiato e censurati nei rari casi in cui sono stati utilizzati. Gli standard di trasmissione differiscono in diverse parti del mondo, allora e adesso, alt ... Continua a leggere (lettura di 8 minuti)

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